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Molti servizi online, come i motori di ricerca o i social network, utilizzano i cookie per raccogliere dati sugli utenti e per mostrare pubblicità mirate. Grazie a queste informazioni, gli inserzionisti possono creare campagne pubblicitarie più efficaci e mirate. Rendendo possibile offrire molti servizi online gratuitamente agli utenti.
È importante fare una distinzione tra cookie di prima parte e cookie di terze parti: i primi sono utili ai fini dello stesso sito. Vengono usati per ottimizzare la pagina e migliorare l’esperienza dell’utente. Salvando solo alcune preferenze. Decisamente più invasivi sono i secondi, creati da domini diversi dal sito web che si sta visitando. Sono volti alla raccolta di informazioni di navigazione dell’utente per poi mostrare pubblicità mirate.
L'attivismo dilagante volto a mettere in luce le ombre che spesso stanno lontano dai riflettori, ha dato prova delle sue potenzialità : attraverso rivelazioni che ci fanno riflettere su ciò che aleggia attorno ad un'evoluzione tecnologica senza scrupoli. Serie tv, film e documentari hanno riempito gli schermi di moltissime salotti e aule universitarie. Innescando un dibattito che non smette di placarsi. E' il caso di produzioni come "The social dilemma", "Don't look up", "The Great hack" e "Black mirror".
I temi trattati fanno tutti capo a problemi derivanti dall'insinuazione eccessiva e soffocante della tecnologia nella nostra vita, che ci rende sempre più vulnerabili alle ciniche logiche del marketing. Rendendoci sempre più consumatori e sempre meno esseri umani.
Un tema molto caldo è quello dei Big data, enormi agglomerati di informazioni sensibili raccolti attraverso i cookie che molto spesso vanno accettati obbligatoriamente per usufruire del servizio gratis.
L’utente medio di internet da il consenso al trattamento dei suoi dati senza sapere esattamente a che fine e in che modo vengano trattati. Tali dati sono la moneta di scambio del web che ci permette di usufruire di strumenti e piattaforme in cambio delle nostre informazioni personali.
Utilizzate per lo più per la realizzazione di un marketing sempre più preciso e cucito addosso ad ognuno di noi, che fa tesoro delle informazioni che elargiamo giornalmente ai siti.
Non c'è da stupirsi se le offerte che riceviamo nelle nostre caselle mail e attraverso notifiche istantanee siano estremamente precise e adatte ai nostri gusti personali.
Il campo del marketing non è l'unico che trae profitto da tali dati: la politica si fa sui social network ed è legata alle informazioni dell'utente che in questo caso è un potenziale elettore. Può essere influenzato tramite campagne social e flussi di informazione appositamente direzionati. Alla stregua di un consumatore, l'utente-elettore sarà indirizzato in base ai suoi orientamenti a notizie e informazioni che più si addicono alle sue opinioni. E' il caso che ha coinvolto Facebook e il suo fondatore in un processo legale e mediatico causato dalla scoperta delle dinamiche nelle quali si sono svolte le elezioni americane del 2016 e la Brexit nel 2019.
I governi sono intervenuti su una situazione delicata come questa, nella quale i dati sono considerati come il nuovo petrolio, l'attuale e prossima fonte di ricchezza che è in piena fase di affermazione e crescita.
L'Unione Europea si è mossa con la creazione nel 2016 di un regolamento che ha disciplinato la fuga di dati verso gli Stati Uniti e la Russia chiamato GDPR, stabilizzando in parte una situazione a dir poco complessa.
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