Il piano editoriale perfetto in poche mosse
Dietro ad ogni pubblicità, nascoste dietre alle famosissime aziende che conosciamo e di
cui siamo fan, c’è sempre un ottimo piano editoriale.
Ma cos’è un piano editoriale? Come si crea? Scopriamolo insieme.
Innanzitutto, il piano editoriale è diretto a tutti i social, che ad oggi si aggiudicano il primo
posto come trampolino di lancio pubblicitario per eccellenza. Basti pensare che secondo
studi sociologici il 71% delle nostre scelte d’acquisto è condizionato dai social.
Per istituire un piano editoriale efficace occorre seguire delle tappe:
- Valutare la situazione iniziale;
- Analizzare le piattaforme di tendenza e capire quali possano garantire maggior
successo; - Quale social garantisce maggiore coinvolgimento;
- La frequenza con cui vengono pubblicati i contenuti sui vari canali social;
- Analizzare la tipologia di target di riferimento;
- Valutare i canali social e gestirli al massimo delle loro potenzialità.
Per avere un’ottima strategia social è molto importante conoscere il target del brand,
tramite strumenti come Google Analytics o gli Insights di Facebook. Ciò è importante
perché le statistiche accertano che per ogni target di pubblico occorra scegliere un canale
diversificato.
Dopo aver compreso e selezionato il target della clientela e il social da prediligere, è
importante verificare i punti di forza e di debolezza di ciascun social in modo da scegliere il
giusto canale per la diffusione dei contenuti aziendali.
Ma quali sono i passaggi esatti da seguire per creare un piano editoriale?
- Fissare gli obiettivi principali: ossia gli obiettivi che l’azienda vuole raggiungere, la
sua mission; - Considerare le date più importanti durante l’anno;
- Redigere un calendario per ogni mese: selezionare una tematica per ogni mensilità;
- Condividere e ideare contenuti avvincenti e di qualità sui vari canali.
Sarà dunque consolatorio poter giustificare i propri acquisti folli a un ottimo piano editoriale
che ha generato successo condizionando le preferenze del consumatore.
D’altronde come disse Godin: “Le persone non comprano prodotti e servizi, ma relazioni,
storie e magia.”